LE AREE
Il Fiume Nera
La realtà del fiume Nera nel tratto urbano è quella di un elemento che contribuisce a rappresentare il sistema molto complesso e articolato dell’area urbana di Terni nella sua evoluzione urbanistica e funzionale nel tempo.
Il fiume Nera non può essere considerato come un quartiere vero e proprio, ma è una zona attraversata e costeggiata dall’intera comunità ternana.
Il fiume Nera ha segnato la storia e la fisionomia, i tratti naturalistici e l’identità industriale della città di Terni, eppure è un percorso non molto conosciuto, non troppo frequentato.
Grazie al fiume, la nostra città è sopravvissuta alle conquiste romane trasformandosi in Interamna Nahars e diventando uno snodo importante nei traffici e nei commerci.
Il Nera nasce a 860 m slm nel grande anfiteatro morenico racchiuso tra il Monte Cornaccione, il Bove sud e Cima Vallinfante (Parco Nazionale dei Monti Sibillini), presso Vallinfante, una frazione del Comune di Castel Sant’Angelo (Macerata).
Attraversa Marche, Umbria, Lazio e dopo 110 km si getta nel Tevere presso Orte, a circa 100 metri di quota. Nel corso del tempo, il fiume è stato artefice di profonde modifiche territoriali, dal momento che ha cambiato radicalmente la posizione del suo alveo almeno quattro volte negli ultimi tre milioni di anni. Dall’azione del fiume Nera è nata la valle che porta il suo nome: “Valnerina”.
Lungo il suo percorso, il fiume Nera riceve le acque di numerosi affluenti, a regime fluviale e torrentizio. Il più importante di questi è il fiume Velino, che gettandosi nel Nera da 165 metri di altezza, forma la Cascata delle Marmore.
Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare da un fiume appenninico, il Nera ha una portata piuttosto regolare, inoltre il suo carattere cambia nel tratto di pochissimi chilometri, dal fiume “torrentizio”, giovane, impetuoso che troviamo nei pressi della Cascata delle Marmore, scopriamo, qui davanti a noi nel centro città, un fiume largo, calmo, lento, con acque torbide e limacciose.
Il fiume Nera ha una copertura vegetale pressoché continua e ciò è efficace per intercettare, trattenere e ridistribuire al suolo le acque meteoriche. Terni città ha sperimentato l’effetto della distruzione dei boschi lungo le sue sponde, fu infatti spesso vittima delle sue inondazioni.
Le opere di protezione degli argini del Nera e del Serra furono realizzate fra il 1950 e il 1960 sotto forma di muraglioni di pietra e calcestruzzo alti dai 6 ai 10 metri e larghi 1 metro.
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