LE AREE
Quartiere Villaggio Italia
Villaggio Italia è storicamente un tipico quartiere operaio ternano, sviluppatosi dopo la nascita delle Acciaierie e dove hanno trovato casa gli operai del complesso siderurgico. Nel quartiere gli abitanti hanno riproposto tanto le dinamiche interne alla fabbrica, quanto quelle tipiche della vita di paese, da dove molti operai provenivano, e sono state proprio queste dinamiche di riconoscimento e mutualismo a dare una forte identità a Villaggio Italia, dove ancora resistono i piccoli negozi di generi alimentari e centrale è ancora la piazza per la vita in comune.
Pur avendo subito numerosi cambiamenti negli anni, sperimentando un rinnovo socio demografico, costante è rimasta nel tempo la capacità dei residenti “storici” di accogliere i nuovi venuti: prima gli immigrati nazionali, i nuovi operai delle acciaierie provenienti da ogni parta di Italia, portatori di “lingue”, dialetti, spesso sconosciuti e tradizioni diverse; ora i migranti: Villaggio Italia è infatti uno dei quartieri di Terni più votato al multiculturalismo.
Quartiere Italia è ancora oggi un quartiere popolare situato a ridosso del centro cittadino, compreso tra il quartiere San Giovanni, città Giardino, via Di Vittorio e il parco Le Grazie.
Il “centro” del quartiere è piazza della Pace, vissuta soprattutto da anziani e bambini.
La scuola dell’infanzia Falcone Borsellino è un servizio fondamentale del quartiere, la Direzione ha scelto infatti di aprire la scuola anche nelle ore pomeridiane attraverso l’offerta di servizi extrascolastici.
Il boschetto delle Grazie, il simbolo verde di Villaggio Italia, chiuso nel 2015, in seguito a gravi danni causati da una tromba d’aria, è stato restituito alla città dopo un intervento molto complesso, nel 2019.
Il parco delle Grazie sorge intorno alla chiesa e al convento delle Grazie (di proprietà dell’Asl, nell’ambito del centro geriatrico), su un colle e in un bosco ben evidente in tutte le mappe antiche della città, presso la fonte denominata Pan Perduto. Il primo cenobio francescano è datato al 1474. L’attuale denominazione si diffuse in seguito ad alcuni avvenimenti miracolosi che si verificarono presso la fonte, che da allora venne chiamata Fonte delle Grazie.
Proprio sopra alla fonte è situata la lapide che riporta i versi del poeta ternano Furio Miselli:
“Ci sta lassù a le Grazzie ‘na fontana
è, la fontana de san Bernardinu
Se ch’acqua bella! Pare argentu finu
che chi la bee se sende arsuscità.
(Acqua che fa passallu ‘gni dolore,
acqua che lèa le pene da ‘gni core.
Fontana mia, non te seccà…
co ‘st’acqua bella tia
i famm’arsanà!”.
(Furio Miselli, Fontana Mia)
A piazza Italia è stato dipinto il murales “Promise”.
Così lo racconta l’autore, Giulio Vesprini:
“L’opera è caratterizzata da due composizioni principali: una di matrice grafica che vede la graduale deformazione del tema del cerchio, l’altra con elementi di botanica applicati sopra come fosse un collage. La parte con gli elementi di botanica rappresenta la rivincita della natura sul cemento mal pensato; è la natura che si riprende i suoi spazi. La linea grafica da equilibrio alla struttura, parla di movimenti urbani attivi e fa tornare a comunicare un’abitazione altrimenti anonima. Allontanandosi dal murales si può intravedere un cuore, non come sintesi grafica, ma come organo. Tutto il lavoro viene firmato con un numero progressivo e una parola chiave che in questo caso è PROMISE. Molteplici sono i riferimenti legati a questo nome: la “festa della promessa” di Terni che cade precisamente nel giorno in cui l’opera viene terminata (il 7 febbraio), ma anche una promessa di street art fatta ai ternani, un regalo che parla d’identità attraverso i colori”.
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